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I soldati che si rifiutano di combattere

In una lettera al governo 130 militari annunciano che non presteranno più servizio se non ci sarà un accordo per liberare gli ostaggi. Molti denunciano anche una deriva a destra nell'esercito. Il loro malcontento è emotivo, morale e ideologico, tra stanchezza, ferite psicologiche e rabbia verso il governo: "La nostra priorità è garantire la sicurezza dello stato. Spesso ho la sensazione che i soldati siano sfruttati per le pubbliche relazioni".

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Sta in:
Internazionale Anno 2024 N. 1587 P. 19-21
Già pubblicato in:
Haaretz (Israele)