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A poche settimane dalla Cop27 di Sharm el-Sheikh emergono politiche energetiche contraddittorie in Africa. Alcuni articoli a riguardo:

  • Cambiamento urgente. Di fronte all'ecatombe energetica incombente Europa e Africa stanno ricadendo sui combustibili fossili.
  • Irrisolta contraddizione africana. Petrolio e gas restano in Africa una fonte di reddito elevata, ma lo scenario climatico continentale offre enormi possibilità. Negli ultimi due decenni è stato effettuato solo il 2% degli investimenti globali nelle energie rinnovabili.
  • Megalopoli inquinanti. Nel 2040 la popolazione urbana dell'Africa supererà il miliardo; oggi il continente è responsabile solo del 4% delle emissioni, percentuale che sarà destinata a lievitare con l'estensione delle megalopoli. Questi grandi agglomerati sono però minacciati dalla crisi climatica.
  • "Carbon bombs" africane. Numerosi sono i progetti per l'estrazione dei combustibili fossili che vanno ad acuire la crisi climatica.
  • Europei a tutto gas africano. Molti paesi del Vecchio continente hanno puntato gli occhi sul "potenziale" di Gnl delle nazioni africane; i progetti fossili valgono miliardi di dollari e la sete europea spingerà ad investire in progetti più a rischio.
  • Tecnologie pulite, minerali critici. La green economy porterà ad un aumento dell'utilizzo di minerali e terre rare, materie prime reperibili nei paesi africani. Attenzione allo sfruttamento e alla questione della proprietà intellettuale.
  • A caccia di terre rare. La Cina, per ritagliarsi un ruolo attivo nel mercato del continente africano, punta a trattenere quanto più possibile della filiera produttiva, facendo razzie delle miniere africane.

Box:

  • Terre rare, manna o maledizione (fonte Jeune Afrique)
Sta in:
Nigrizia Anno 2022 N. 10 P. 8-23