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Finanza, economia e ricostruzione ecologica

Le buone pratiche per ridurre la nostra impronta di carbonio rimangono fondamentali e sono certamente importanti, ma non bisogna dimenticare che la maggior parte di emissioni inquinanti sono prodotte dai servizi pubblici, dalle grandi imprese e dalle infrastrutture. La tecnologia in rapido sviluppo ha trovato i mezzi per combattere il cambiamento climatico e ridurre le emissioni della CO2, ma il vero ostacolo alla transizione ecologica viene dal mondo della finanza e dalle banche della zona euro (Banca Intesa, Unicredit, ecc.), in quanto sono queste a detenere nel loro bilancio il 95% dei fondi attivi in fossili, pari 500 miliardi di euro. Il business model attuale delle banche è quindi incompatibile con la ricostruzione ecologica. La soluzione consisterebbe nel "ripulire" le banche dai loro attivi fossili e spingerle verso il finanziamento di progetti che permettano la ricostruzione ecologica.

Sta in:
Vita e Pensiero Anno 2022 N. 3 P. 50-56