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Gli effetti perversi dei centri per migranti voluti dall’Unione europea

Nel settembre 2015 l’Unione europea ha incominciato ad attivare i cosiddetti “hotspot”, prima in Italia e poi in Grecia. L’obiettivo è di favorire l’identificazione di chi sbarca sulle coste del Mediterraneo per distinguere fra richiedenti asilo e migranti economici. Tuttavia le cose non funzionano come dovrebbero. Le organizzazioni per la difesa dei migranti sostengono che i primi quattro hotspot italiani - a Taranto, Trapani, Pozzallo e Lampedusa - vengono usati soprattutto per assicurarsi che chi è stato identificato come migrante economico sia rapidamente escluso dalla possibilità di fare richiesta di asilo. Solo che queste persone non hanno possibilità di ritornare nel paese d’origine con i quali non è stato stipulato alcun accordo a riguardo.

Sta in:
Internazionale Anno 2016 N. 1150 P. 38-39