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Torna all'elencoI nativi rarámuri sperano nella pioggia
Per i nativi rarámuri che vivono sulle montagne del nord del Messico, l’inizio del confinamento per la pandemia covid-19 è coinciso con i consueti rituali della settimana santa con cui si apre un nuovo ciclo di vita, in cui i nativi eseguono riti propiziatori in una gioiosa fusione di danze, canti e musiche tratte dalla tradizione preispanica e da quella evangelica cattolica. L’epidemia covid-19 fortunatamente non ha colpito queste comunità che vivono già isolate sulla Sierra Tarahumara. Sono stati piuttosto i lunghi periodi di siccità e gli scarsi raccolti a colpire la stentata economia delle popolazioni locali che combattono con l’endemica piaga della denutrizione e la conseguente mortalità infantile e materna. Lo stato tenta di monitorare la situazione e prestare soccorso alle prime avvisaglie di malattie da denutrizione attraverso gli osservatori sanitari, personale paramedico formato appositamente per intervenire tempestivamente e segnalare i pazienti, tra infinite complicazioni burocratiche, alle autorità sanitarie. Nel frattempo le pressioni di gruppi criminali che tentano di impadronirsi di vaste zone agricole adatte alla coltivazione della marijuana e papavero, si sono fatte sempre più forti e violente.
Grafico: Un paese a secco, precipitazioni annue in Messico dal 1985 al 2019
- Sta in:
- Internazionale Anno 2021 N. 1407 P. 44-50
- Già pubblicato in:
- Gatopardo (Messico)
- Thesaurus:
- Messico, America centrale, calamità naturali, cambiamento climatico, carestia, diritto al cibo, fame, malnutrizione, deforestazione, sfruttamento della terra, cultura tradizionale, afromessicani, minoranze etniche, popoli indigeni, mortalità materna, politica sanitaria, condizione femminile, narcotraffico